ANCORA SULLE TRACCE DEL MAGGIORE HOPE

Eventi Culturali

LINK AL PERCORSO SU IZI.TRAVEL

LINK AL VIDEO SULLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME "I BANDITI DI CISTERNA"  PROIETTATO AL TERMINE DELLA GIORNATA

Dalle Langhe al Roero, lungo la Valle del Belbo fino all’Oltre Tanaro, un’escursione a più tappe che unisce storia, cultura e paesaggio.

Basato sul memoriale di Bill Pickering, radio operatore dell’Operazione Chariton, dal titolo “I

Banditi di Cisterna”, si propone un itinerario lungo sentieri, strade sterrate ed asfalto, con partenza da Monesiglio e arrivo a Cisterna d’Asti, passando per Mombarcaro, San Benedetto Belbo, Feisoglio, Castino, Treiso, Barbaresco e San Pietro di Govone. Tale percorso, suddiviso in 7 tappe, è tracciato e disponibile gratuitamente come un tour guidato con contributi audio e video, tradotti in varie lingue, sulla piattaforma Izi.Travel.

L’itinerario ha una lunghezza complessiva di circa 90 km, tocca il punto più alto a 888 m ed il più basso a 144 m, e presenta un dislivello medio di 125 m. Può essere suddiviso in più tappe, ciascuna della lunghezza media di circa 13 km, e percorso durante tutto l’anno. La difficoltà è classificata come E (Escursionistico), quindi è adatto per chi ha un minimo di esperienza nel percorrere un sentiero misto, a volte ripido o stretto, ed una buona capacità di orientamento. Per affrontarlo al meglio, si consiglia di indossare scarpe da trekking, portare acqua e protezione solare, specialmente nelle giornate più calde.

Per immergersi a pieno nella storia e nelle curiosità del territorio, puntualmente indicate nella guida disponibile su Izi.Travel, è possibile seguire integralmente il tragitto con almeno un paio di pernottamenti ed altrettante soste di interesse turistico.

Scopri il lato più autentico e storico di Langhe e Roero, l’itinerario “Ancora sulle tracce del Maggiore Hope” ti aspetta per un viaggio nel tempo a passo lento!

 

Domenica 9 marzo, al Castello di Cisterna in una sala piena gremita, si è tenuta la presentazione del progetto dedicata ad Adrian Alexander Hope nell’ambito delle iniziative per la Commemorazione dell’ 80° anniversario della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero. L’ iniziativa è stata organizzata da Polo Cittattiva Astigiano Albese – I.C S. Damiano, Museo, Comune, Israt, Casa della Memoria della Resistenza e della Deportazione di Vinchio, Anpi, Ass. "Franco Casetta" ed Ecomuseo delle Rocche del Roero. Il progetto, che ha avuto inizio nei mesi estivi, è partito dalle Langhe al Roero, lungo la Valle Belbo fino all'Oltre Tanaro, per seguire dopo 80 anni la missione degli Alleati paracadutati il 4 febbraio 1945, con l'obiettivo di raggiungere Cisterna d'Asti e Milano per supportare la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo. Sono intervenuti Luca Anibaldi,  Mario Renosio, Enrico Rivella e Roberta Arias. L’ incontro è stato introdotto, a nome dell’amministrazione comunale di Cisterna, dalla consigliera Chiara Gallino che ha sottolineato come il nome del paese sia conosciuto in molte parti del mondo per la qualità dei suoi vini. La speranza è che possa esserlo anche per la sua coscienza antifascista. Luca Anibaldi – anima e coordinatore del progetto – ha evidenziato la struttura dell’incontro durante il quale sono stati approfondite le motivazioni che portaziono Hope a Cisterna, i suoi legami familiari, i legami con Fenoglio che traspose in forma letteraria il loro incontro e, per finire, la presentazione del progetto vero e proprio. Attraverso l’utilizzo di diversi testi – in gran parte presentati nel corso dei precedenti incontri organizzati dal Polo cittattiva – Anibaldi ha delineato la figura del Maggiore Adrian Alexander Hope, nato in Sudafrica, laureato ad Oxford, ebbe ruoli di rilievo nei comandi alleati. In forza al Soe, l’ Esecutivo Operazioni Speciali inglesi, venne paracadutato a Mombarcaro il 4 febbraio 1945 con la missione di arrivare a Cisterna d’Asti e coordinare i lanci alleati. Il gruppo era composto Max Salvadori, John Keany, Giovanni, Milland detto Busty, William Pickering.  Salvadori, Keany, Pickering dovevano recarsi a Milano. Lo scopo era quello di aiutare i gruppi di partigiani locali e controllare il sud Piemonte per impedire la fuga di coloro che ormai avevano perso la guerra. Mario Renosio ha definito i rapporti tra gli alleati e i “banditi” della zona. Inizialmente, poca era la fiducia degli angloamericani rispetto ai partigiani italiani perché pareva che si fosse fatta poca opposizione negli anni dei fascismo. Però dovettero ricredersi prendendo atto del valore dei combattenti ma acquisendo anche la consapevolezza del favore del popolo nei loro confronti. Il sostegno della gente sarebbe stata fondamentale negli anni della ricostruzione e, quindi, era fondamentale supportare i gruppi resistenti. Il ruolo di Hope, in tutto ciò, fu di grande importanza. Seppe conquistarsi il rispetto sia dei partigiani che della popolazione nonostante il poco tempo trascorso nella zona. La famiglia, tornando nel dopoguerra nella zona, rimase stupita dal fatto che la gente ancora ne conservava il ricordo ma anche che il nome della piazza a lui dedicata non era stato cambiato. Sia lui che la famiglia, successivamente,ebbero sempra a cuore il tema dei diritti e la loro salvaguardia. La figlia, che venne in visita a Cisterna nel 2012, confessò di averlo potuto incontrare poco perché, già quando era una bambina, il padre era stato spesso impegnato lontano da casa. L’ultimo incontro avvenne nel ‘43, due anni prima della sua morte. Come ha sottolineato Enrico Rivella, la figura del Maggiore Hope emerge anche a livello letterario grazie a Beppe Fenoglio che ebbe modo di conoscerlo e frequentarlo. “La lettera in cui cita la morte di Hope, è un capolavoro. Hope, per lui, è l’esemplificazione di tutto ciò che rappresenta il mondo anglosassone: la libertà. Il 4° e 5° capitolo de “Ur il partigiano Johnny” si basa sulla Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero alla quale non partecipò ma che raccontò come scrittore”. Fenoglio venne più volte a Cisterna individuato, per le sue competenze, come ufficiale di collegamento. Sempre da solo, portava e prendeva informazioni rischiando molto ogni volta. Dopo questi interventi è stato presentato il progetto che, tramite l’applicazione Izi.travel, permette a chiunque di  percorrere l’itinerario effettuato da Hope suddiviso in 7 tappe. Grazie al contributo fondamentale di Luca Sibona che non solo ha partecipato a tutte le passeggiate ma anche registrato alcune tracce audio con Enrico Gambone, oggi il percorso è completamente fruibile da chiunque voglia effettuarlo in prima persona o semplicemente conoscerlo on line. Un supporto fondamentale è stato dato da Roberta Arias, Camilla Palma e Lorenzo Dibilio che hanno tradotto e registrato tutte le tracce in inglese, francese e spagnolo. Una sfida che – come ha sottolineato Roberta Arias – ha permesso loro di mettersi in gioco nella traduzione di un linguaggio che, in parte era tecnico ma le difficoltà sono state ripagate dalla soddisfazione di una maggiore fruibilità. Luca Anibaldi ha anche anticipato che le tracce sono disponibili anche in tedesco e, a breve, anche in ucraino. Un modo per esprimere solidarietà ad un altro popolo resistente. Al termine della presentazione, è stato proiettato il magnifico documentario “I banditi di Cisterna” a cura del prof. Alessandro Cerrato. Il lavoro testimonia l’incontro di Pickering, Bellero e molti altri partigiani che erano stati presenti nella zona, per la presentazione al Castello del saggio “I banditi di Cisterna” (Israt) il 10 giugno 2006. Un documento commovente e pieno di vita che, oggi, rende ancor più vere e piene di significato le parole pronunciate dai protagonisti in quella circostanza. Un incontro per ricordare che, nonostante tutto, Hope lives on… la Speranza continua a vivere.

Giovanna Cravanzola

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