BUONGIORNO, LEI E' LICENZIATA

Una volta era almeno una lettera, oggi succede con una email e, addirittura, tramite un messaggio… in ogni caso è un fulmine a ciel sereno che, in pieno giorno, fa trovare chi lo riceve nel buio della notte. “Lei è licenziata” tre parole che cambiano una vita, devastano una persona e la sua famiglia. Quando poi a riceverlo è una donna, i problemi si moltiplicano e, da subito, si ha la certezza che quel lavoro che faceva di te qualcuno, non lo recupererai per quanto ti possa impegnare. Edi Lazzi

nel suo libro Buongiorno, lei e' licenziata. Storie di lavoratrici nella crisi industriale" (EGS) racconta proprio queste storie che potrebbero essere quelle di ciascuno di noi. L’autore ne ha discusso con Luca Anibaldi al Castello di Cisterna d’Asti venerdì 22 ottobre 2021. L’incontro è stato organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano, Comune e Museo di Cisterna, Fiom/Cgil, Coop."Chicco Cotto" di Torino, Israt, Comune di San Damiano con Fra Production Spa, Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti. Edi Lazzi è segretario generale della Fiom-Cgil di Torino. Entrato in fabbrica come operaio, promuove la costituzione in azienda del sindacato Fiom-Cgil, di cui diventa delegato. In seguito è impegnato come funzionario sindacale nella zona ovest di Torino per poi seguire la Carrozzeria di Mirafiori. In veste di responsabile per tutto il gruppo Fiat a Torino, gestisce molte delle vertenze dell’ultimo decennio sul territorio. Ha conseguito due lauree, una in scienze politiche, l’altra presso la facoltà di giurisprudenza in scienze dell’amministrazione e consulenza del lavoro. Luca Anibaldi è tra gli organizzatori delle iniziative del Polo cittattiva per l'astigiano e l'albese, volontario del Museo Arti e Mestieri Onlus di Cisterna d'Asti. Fa parte della rappresentanza sindacale dell'azienda informatica in cui lavora e anche del Direttivo provinciale della Filcams/Cgil dal 2020 e ha fatto parte di quello dello Fiom/Cgil dal 2013 al 2019.

Il lavoro è cultura, arte, competenza e soddisfazione - ha detto in apertura Anibaldi - ma oggi non sempre è così perché sia lo Stato che gli imprenditori non sempre investono affinché lo sia ancora.

Si parte dalla crisi di Torino sottolineata ed evidenziata con dei numeri dal sindacato ma la città nega il problema perché la cultura riuscirà a trainare l’economia. Purtroppo, nel 2008 l’impennata del peggioramento economico diventa impossibile da negare. Crolla la produzione delle auto che determina 14 anni di cassa integrazione per l’intero settore con perdite economiche ingentissime. Non solo, si arriva alla chiusura di moltissime aziende dell’indotto e conseguenti ripercussioni in tutti i settori. Dietro a tutto ciò, ha sottolineato Lazzi, ci sono almeno 32 000 persone e le loro famiglie… donne e uomini e non solo numeri.

Ciò che è evidente che, dal 2008, a perdere il lavoro sono state soprattutto le donne che hanno pagato il prezzo più altro e, ancora oggi, fanno più fatica a ricollocarsi e guadagnano meno.

Il libro nasce dalla crisi per parlare proprio delle lavoratrici e anche per fornire degli spunti su ciò che si potrebbe fare. Torino dovrebbe considerare ancora la produzione di auto perché non è una città fatta per vivere solo di cultura. Inoltre è importante considerare che chi esce dal mondo del lavoro non si sente più parte della società. Perde il suo ruolo e la sua dignità. “I lavoratori, oggi, sono vittime di un attacco terribile. Tutti i diritti sono stati spazzati e si è deciso, senza contraddittorio, sulla pelle delle persone solo per garantire le trasformazioni volute dal capitalismo. Per questo, più che mai, bisogna ritrovare un confronto con gli operai ed essere, oltre che sindacalisti, anche operatori sociali e non è facile. Infatti, sovente, alcuni lavoratori si rinchiudono sulle proprie richieste ignorando che la tutela ha forza solo se basata su istanze collettive”.

Dignità, diritti, coscienza di classe, lavoro, saperi, conoscenze, competenze… il lavoro è tutto questo e solo valorizzandolo può crescere e fiorire un’intera società.

Giovanna Cravanzola


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