L'ENIGMA DEI DUE PAPI

Giovedì 27 ottobre 2022, sono ripresi gli incontri con il prof. Alberto Banaudi. L’iniziativa, inserita all’interno del percorso “Vecchie e nuove R-esistenze_Art. 3: uguali e diversi_3” è stata organizzata da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano con Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna con Fra Production Spa, Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti. Per l’anno in corso, il professore ha scelto di dedicarsi alla storia. La prima videostoria dal titolo

“L’enigma dei due Papi. Uno sguardo sulla chiesa cattolica contemporanea” ha inaugurato un percorso impegnativo ma anche originale che verrà declinato anche nei prossimi mesi.

La scelta di parlare di questo tema, parte da uno sguardo sulla delicata situazione delle chiesa contemporanea partendo, per una volta, dalla storia anzichè dalla filosofia” ha detto in apertura Banaudi.

La situazione che stiamo vivendo è unica e inedita: a tutt'oggi non si è capito, dopo sei anni, cosa sia accaduto. Un fatto straordinario anche se non il primo della storia ma, soprattutto, è un tema che riguarda l'impero più grande del mondo: quello della Chiesa Cattolica. L’ 11/2/2013, Benedetto XIII rassegna le sue dimissioni da Pontefice e scrive una declaratio in latino. “Un fulmine a ciel sereno” lo definisce il Cardinal Sodano. Già in tempi non sospetti, nel 1983, insieme a Papa Giovanni Paolo II aveva stilato un documento dove si chiarivano le condizioni e le formule con le quali un Papa avrebbe dovuto dimettersi: la rinuncia a munus (compito, dovere...titolo divino) e ministerium (servizio). Dal primo termine ha origine la parola communitas. Decidono che occorre rinunciare al munus petrinum cioè a nomina di Dio fatta per mezzo dei cardinali. Tutto ciò, però, deve avvenire in piena libertà e per motivi chiari. Era noto che Papa Benedetto ci pensasse da tempo. Già nel 2009, durante la sua visita a L’Aquila dopo al terremoto, aveva visitato la tomba di Celestino V lasciandovi il pallium e, da molti, il gesto è stato letto come una rinuncia al potere anche se è difficile comprendere questa scelta. Infatti, essendo un incarico divino, il Papa non può andare in pensione. Nei giorni successivi alla sua declaratio, illustri uomini di cultura (tra i quali Luciano Canfora) hanno sottolineato due grossolani errori difficili da giustificare in un fine latinista come Ratzinger.

Scrive, dopo aver analizzato la situazione davanti a Dio più volte, di aver compreso che le forze non sono più adatte per sostenere un compito così gravoso e, pertanto, si dichiara rinunciante a questo sincarico. Così, dal 28/2/2013, la sede di S. Pietro è vacante e deve essere convocato il nuovo conclave. Non rinuncia al munus ma al ministerium e non è un caso perchè aveva scritto lui le condizioni. Qualcuno, allora, ha cominciato a mettere in dubbio queste dimissioni, persino professori di diritto canonico: quasi irrituali e non valide. Ma se il Papa è ancora Benedetto, Bergoglio è il nuovo Papa oppure no?

In realtà, appare quasi un ministero allargato, una condivisione del munus petrinum. “Si tratta di una situazione culturalmente interessante – ha detto Banaudi – gli errori, per qualcuno, sono voluti e le sue sembrano dimissioni obbligate a causa di tutti gli scandali in cui la Chiesa è stata coinvolta tra i quali la pedofilia. Inoltre molti volevano metterlo fuori gioco perchè disturbante. Ha scelto, così, una formula non effettiva comunicando, in modo molto sottile, di essere stato obbligato. Ha utilizzato quello che è stato definito ‘Codice Ratzinger’: non può fare altro perchè non è libero di amministrare il suo ministero”.

Per farlo, inizia utilizzando degli errori latino, inspiegabili vista la sua preparazione. Ma, soprattutto, Canfora sottolinea che il testo è stringato, dozzinale. Non corrisponde alla preparazione di un grande uomo di cultura come Ratzinger. Tre anni dopo, discutendo del testo ma non degli errori, afferma di aver scritto di suo pugno utilizzando una lingua, il latino, padroneggiata meglio dell’italiano. Un altro indizio. Pare giocare a dire la verità ma lasciando trapelare qualcosa: forse non si tratta uno scritto.Per tutti questi molti, per alcuni, Benedetto XIII è ancora il Papa.

Per quanto mi riguarda – ha sottolineato Banaudi - penso che i due sappiano e collaborino”.

Numerosi sono gli altri indizi che, quindi, rendono il conclave convocato non valido perchè il Papa non si è dimesso ma solo ritirato perchè gli è stato impedito di svolgere il proprio ruolo. Ratzinger è rimasto in Vaticano vestito di bianco. Il suo segretario dice che non aveva altri abiti. Il che, forse, vuol dire che mantiene il suo ruolo. Però la Chiesa cattolica viveva già uno scisma sommerso tra chi voleva il progresso e chi voleva lasciare tutto immutato. Allora quello che sta accadendo è l'emersione di uno scisma sommerso. Quasi una sfida anticristica tra questi due Papi.

Io non sono d'accordo – ha ribadito Banaudi - ho solo voluto evidenziare il problema tecnico di queste dimissioni. Per quanto mi riguarda li vedo come fratelli che lavorano per la stessa chiesa e di comune accordo”.

Ma di questo mistero si discuterà ancora nei prossimi incontri.

Giovanna Cravanzola

 

 


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