LA SALUTE E' UN DIRITTO

La salute può essere considerata al pari di tutte le le altre merci o è un diritto inalienabile? Di questo hanno discusso, giovedì 19 maggio 2022 Silvio Garattini e Marcello Francesconi. Il professore ha presentato “Brevettare la salute? Una medicina senza mercato”(Ed. Il Mulino) che approfondisce questi temi. L’incontro è stato promosso da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di San Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna con Fra Production Spa, Gazzetta d’ Asti, Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti. In apertura, Francesconi ha espresso la sua stima nei confronti del prof. Garattini il cui nome è legato all’Istituto Mario Negri che dirige. Un sogno iniziato dopo aver visitato alcuni istituti scientifici negli Usa. Qui la ricerca medica era insita nella professione e diffusa non solo per l’avanzamento della carriera. “Mi era piaciuta molto l’idea di fondazione che, non avendo scopo di lucro, aiutava il pubblico. Così, nonostante le difficoltà iniziali, grazie a Mario Negri e insieme ad altre persone, riuscimmo a concretizzare questa idea. Era un uomo illuminato ma non riuscì a vedere il frutto della sua generosità.

Morì precocemente nel ‘60 ma stabilì un lascito testamentario per aprire e sostenere la fondazione. Stabilì che ne sarei stato il direttore e nel ‘63 è iniziata l’attività. All’inizio eravamo solo 20 ricercatori, oggi siamo in 700. Oltre a fare ricerca, formiamo e riversiamo sul pubblico” ha detto Garattini. L’Istituto, ha sottolineato Francesconi, mette a disposizione gli esiti delle ricerche in modo indipendente e gratuito. Le industrie farmaceutiche, invece, hanno altri obiettivi: i medicinali si moltiplicano e sovrappongono portando ad un aggravio di spesa per il SSN ma anche di lavoro per i medici. Nel ‘93, la spesa per i farmaci in Italia è stata di 12 000 miliardi di lire. Nel ‘94 – grazie all’ istituzione del Cuf (Commissione Unica del Farmaco) di cui Garattini ha fatto parte – la spesa è stata di 9 000 miliardi senza che ciò pregiudicasse la salute dei cittadini. Si è semplicemente stabilito di eliminare una serie di farmaci dal prontuario del SSN. Quindi sarebbe possibile fare molto ma - ha sottolineato Garattini - le riforme si fanno solo dopo corruzione o eventi importanti. Così da 30 anni non si rivede il prontuario sanitario ma ci vuole volontà politica.

Opportuno mantenere la proprietà intellettuale quando in gioco c’è la salute del mondo?” ha chiesto Francesconi. “I vaccini e i farmaci anticovid hanno portato alla ribalta tutto ciò perché anche l’Italia ha avuto dei problemi per l’approvvigionamento. Per questo motivo, le vaccinazioni sono iniziate in ritardo rispetto ad altri Paesi causando morti che potevano essere evitate. L’unico modo per proteggerci, invece, è vaccinare il mondo con un atto di sano egoismo. Nel libro cerco di organizzare un itinerario ben sapendo che sarà lunga la strada per eliminare i brevetti ma è possibile. Purtroppo molti farmaci sono autorizzati solo perché non peggiorano ma non migliorano neppure la salute generale dei pazienti. Invece bisognerebbe vedere anche il valore terapeutico aggiunto per l’eliminazione dei farmaci inutili. Ovviamente l’industria farmaceutica non è d’accordo ma bisognerebbe brevettare solo ciò che funziona davvero ma anche considerare le differenze di genere perché l’azione dei farmaci è diversa su uomini e donne. Ma la prima via da percorrere è la prevenzione perché conta non solo la lunghezza della vita ma anche la sua qualità. La salute non è mancanza di malattie ma anche benessere psicofisico. Però chi ha bassi redditi e scolarità ha maggiore rischio di ammalarsi. Quindi, già intervenendo su reddito e scolarizzazione, si potrebbero avere dei miglioramenti. Inoltre, nelle Università, si dovrebbe insegnare che la malattia è il fallimento della medicina. Per questo bisognerebbe investire sull’aggiornamento indipendente dei medici che in Italia non esiste. Inoltre, senza grossi costi, Asl ed amministrazioni potrebbero incentivare diverse attività fisiche e socializzanti che migliorerebbero la qualità della vita. Però i cittadini hanno il diritto ma anche il dovere di mantenersi in salute perché è un atto di solidarietà nei confronti della collettività che usufruisce del SSN al quale si dovrebbe accedere solo per patologie non evitabili. La scuola potrebbe avere un ruolo principale in tutto ciò ma non sempre ci riesce. In ogni caso, pur essendo riconosciuto il diritto alla salute, molte persone nel mondo ne sono escluse ma anche in Italia le lunghe attese per accedere alle prestazioni mediche lo rendono, di fatto, non accessibile a tutti. Occorre inoltre ricordare i pazienti affetti da malattie rare perché nessuna casa farmaceutica investirà mai sulla ricerca di cure. Solo un’imprenditoria no profit, che si potrebbe costruire unendo tante organizzazioni diverse, garantirebbe delle soluzioni. Investimenti finalizzati e controllati, promozione della ricerca e della prevenzione… tante le strade che potrebbero portare buona parte della popolazione a garantirsi una “buona vita” ha concluso Garattini. Un sogno che sembra lontano ma che potrebbe diventare realtà con la partecipazione di tutti.

Giovanna Cravanzola

 

INTERVISTA AL PROF. SILVIO GARATTINI: LA RICERCA AL SERVIZIO DELLE PERSONE

Il libro pone l’accento sul tema dei brevetti farmaceutici. Rispetto a quelli dei vaccini è cambiato qualcosa? Purtroppo poco è cambiato. Infatti non sono state prese iniziative per far fronte a possibili future pandemie. Inoltre l’Italia non ha ancora sviluppato progetti utili per produrre un vaccino nazionale.

Le case farmaceutiche sostengono che la tutela dei brevetti è a vantaggio della ricerca. È così? Non è del tutto vero perché anche per i vaccini attualmente disponibili le case farmaceutiche hanno avuto ingenti aiuti economici, hanno utilizzato conoscenze di base sviluppate dalla ricerca pubblica, nonché di centinaia di migliaia di persone che si sono offerte gratuitamente per la sperimentazione.

Nel libro si parla del un sogno di ‘una medicina senza mercato’. È già attuabile oggi? È impossibile allo stato attuale cancellare il sistema dei brevetti. Si può invece intraprendere un percorso graduale che permetta di avere a disposizione di tutti farmaci e vaccini a prezzi sostenibili.

Pare che moltissimi vaccini in possesso dei Paesi ricchi, quasi scaduti, non siano ancora stati utilizzati. Si poteva evitare? Si potevano mettere a disposizione dei Paesi a basso reddito. Non dimentichiamoci che per vincere la pandemia è necessario vaccinare tutto il mondo, altrimenti si rischia di far circolare il virus e la relativa formazione di varianti che potrebbero non essere controllate dai vaccini oggi disponibili.

Dati e numeri, spesso incomprensibili, hanno travolto le persone negli ultimi anni. La comunicazione è stata efficace? La comunicazione poteva essere certamente migliore. Si doveva avere una sola persona in rappresentanza del Governo in grado non solo di dare annunci, ma soprattutto di fornire spiegazioni in modo chiaro e comprensibile da tutti.

Sempre rispetto alla domanda precedente, la pandemia ha dimostrato che è importante promuovere una cultura scientifico/matematica tra gli italiani perché comprendere i dati rende cittadini attivi. Cosa ne pensa? Purtroppo la scienza non fa parte della cultura perché abbiamo ancora una scuola di tipo letterario-filosofico-artistico. La scienza intesa come fonte di conoscenza diversa dagli altri tipi di sapere, non è presente a nessun livello scolastico. Per sapere se qualcosa fa bene o fa male non possiamo chiederlo alla filosofia o al latino. È solo la scienza che può dare una risposta attraverso una sua caratteristica metodologia.

Nonostante i suoi impegni, non si sottrae mai agli incontri con il pubblico. Si potrebbe divulgare maggiormente la cultura scientifica tra la popolazione? È assolutamente necessario. Dovrebbe essere un compito di tutti i ricercatori comunicare al pubblico le conoscenze. In particolare è molto importante orientare il pubblico verso le buone abitudini di vita per mantenere la salute a proprio vantaggio e a vantaggio della comunità. Oggi abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale, un bene essenziale che dobbiamo rendere sostenibile.

Covid, nuove pandemie… cosa succederà nei prossimi mesi? È difficile fare l’indovino. È invece importante la prudenza perché abbiamo ancora molti contagi e molti morti. Mantenere le mascherine, evitare assembramenti, continuare con le regole igieniche sono ancora delle norme da seguire.

Giovanna Cravanzola


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