ROMA: 2000 ANNI DI CORRUZIONE. DALL’IMPERO ROMANO A MAFIA CAPITALE

Sabato 16 gennaio 2021 nuovo incontro per parlare di corruzione grazie alla presentazione del libro “Roma: 2000 anni di corruzione.


Dall’ Impero romano a Mafia capitale”(Baldini + Castoldi) di Federica Angeli che ne ha discusso con il giornalista Marco Giacosa. L’incontro, inserito all’ interno del percorso “Vecchie e nuove r-esistenze: Riconnessioni 8” è stato organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’albese – I.C. di San Damiano con Museo Arti e Mestieri di un Tempo, Fra Production Spa, Associazione “F. Casetta”, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti. “Scrittrice, giornalista e molto di più...” con queste parole Marco Giacosa ha introdotto l’autrice che vive ad Ostia luogo dal quale, nel 2013, parte la sua indagine giornalistica sui clan del territorio. È proprio la Angeli la prima a definire Mafia romana questo tipo di criminalità.

Un approccio nuovo a un fenomeno che, per i più, era riferito solo al sud Italia. Questa scelta, però, è fatta un consapevole riferimento all’art. 416 del Codice penale che esplicita cos’è la mafia. Un’organizzazione criminale diventa mafiosa quando vanta collaborazioni burocratiche, politiche, amministrative e da parte di cittadini accondiscendenti. Dopo dieci mesi di osservazione, il lavoro passa sul campo diventando più pericoloso. Infatti, se da un lato il fatto di conoscere la zona facilita le indagini, dall’altro la espone in breve tempo a minacce gravissime tanto da dover essere tutelata da una scorta. Federica Angeli, però, prosegue nel suo percorso. “Si pensa che avere la scorta significhi avere un autista sempre a disposizione.

L’opinione pubblica si è spesso scagliata contro di me. Eppure, vivere sotto scorta significa non avere più privacy e anche dover pianificare tutta la propria vita. In questi anni ho sentito la mancanza di appoggio nei miei confronti provando un’estrema solitudine” ha sottolineato la Angeli. Tutto ciò, però, la incoraggia nel proseguire ulteriormente gli studi. Il libro “Roma: 2000 anni di corruzione. Dall’ Impero romano a Mafia capitale” (Baldini + Castoldi) è parte della tesi della sua seconda laurea che nasce durante le udienze nell’aula bunker di Rebibbia. Buzzi, in un suo intervento, dice: “… si è sempre fatto così”.

Quanto è radicato tutto ciò a Roma? “Tangentopoli scoperchiò la corruzione politica però capire quanto fosse antico  questo fenomeno mi incuriosì. In effetti, Buzzi non si era inventato niente perchè nell’antica Roma era un costume. Un modello che, successivamente, si è diffuso in tutto l’Impero e non si percepì come reato fino al 3° secolo dopo Cristo quando iniziarono ad accadere fatti in cui persero la vita delle persone per effetto degli illeciti. Simmaco, prefetto di Roma, raccontò questa piaga all’Imperatore attraverso delle lettere. Narrò di un ponte che era stato costruito con stracci e gesso grazie ad un appalto vinto illegalmente. Il codice penale oggi vieta questi reati”.  Come hanno evidenziato la Angeli e Marco Giacosa, all’epoca non c’era burocrazia o regole alle quali i deboli potessero appellarsi. Oggi, al contrario, la troppa burocrazia spesso favorisce la corruzione.

Corruzione, illecito, mafia. In modo fermo, sollecitata anche da alcuni interventi, Federica Angeli con forza e determinazione ha ribadito che: “La mafia è un reato” ma ha lasciato anche un messaggio di speranza.
“Volere è potere. Io pago il prezzo della mia libertà ma ho dimostrato che non vincono sempre loro perchè le cose si possono cambiare”. Con queste parole Federica Angeli ha concluso un magnifico incontro che ha dato ai presenti la possibilità di incontrare una giornalista dotata di grande determinazione ma anche una splendida persona ricca di umanità.                   


 Giovanna Cravanzola


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