VENTI MESI

Molto spesso si pensa di conoscere tutto delle vicende recenti di un paese con 750 anni di storia. Eppure non sempre è così. Lo dimostra ciò che emerso sabato 25 gennaio 2025 nella Sala Consiliare di S.Damiano, per la presentazione del libro “Venti mesi” (Sellerio) di Renzo Segre con Alessandro Cerrato e Nicoletta Fasano. L’incontro è stato organizzato - con il patrocinio di Comune e Biblioteca “Nosengo” - da Polo Citt Ast. Alb., Museo di Cisterna, Israt e Aimc. Dopo i saluti delle autorità, l’intervento di Nicoletta Fasano (Israt) ha sottolineato come il razzismo italiano non fu un omaggio a

quello nazista ma nacque molto prima dell’ emanazione delle Leggi razziste del ’38, praticamente contemporaneo all’esordio del fascismo. I pochi ebrei presenti sul territorio non erano una priorità. Lo diventarono successivamente e il libro di Renzo Segre parla delle conseguenze di tutto ciò su tanti italiani come lui e la sua famiglia, colpevoli soltanto di essere stati schedati come diversi, espulsi, privati di beni, affetti e prospettive. “Venti mesi” è il diario essenziale di quei giorni disperati vissuti con affanno dalla famiglia Segre e pubblicato, dopo la sua morte, dalla figlia Anna alla quale Renzo aveva letto qualche parte ma non tutto il contenuto. Con amore paterno, cercava di aspettare il momento giusto affinchè potesse capire ciò che era avvenuto. Un altro protagonista di questo racconto è il prof. Carlo Angela, uomo integerrimo e antifascista della prima ora. A rischio della propria vita e quella dei suoi cari, nasconde all’interno della clinica di S. Maurizio Canavese, Renzo e la moglie ma non solo. Ed è proprio la sua figura che si interseca non solo con il libro ma anche con S. Damiano. È il  documentario Rai Ulisse – Il piacere della scoperta dedicato a Piero Angela che accende l’interesse per Alessandro Cerrato. Infatti viene citato anche questo libro grazie al quale l’opinione pubblica conosce questa vicenda e al prof. Angela (deceduto nel ‘49) viene attribuito il titolo di Giusto tra le Nazioni. Questo è uno tra i primi libri – come ha sottolineato Cerrato - che parla di salvatori. “Poi, su una pagina, trovo l’indicazione di S. Damiano, il paese dell’astigiano dove sono rifugiati i genitori di Renzo, Davide ed Ernestina. È facile intuire che si tratta proprio di S. Damiano d’Asti dove, però, nessuno ha mai parlato di questa vicenda e sarà sicuramente difficile trovare degli indizi. Ma è un incontro fortuito, l’8 dicembre ‘23, a risolvere il mistero. La famiglia che ha nascosto gli ebrei ha un nome. Si tratta dei Povero, un tempo proprietari di un bar omonimo, uno dei più belli ed eleganti del paese, con più di un secolo di storia e che ha ospitato anche i reali del Belgio. A raccontarlo, è proprio Laura Povero, classe 1939 che è intervenuta anche durante l’incontro. “Allora ero solo una bambina. I nonni avevano nascosto i segre nello studio di mio fratello, all’ultimo piano. Vivevano chiusi là dentro nella stanza provvista di un terrazzino che si era provveduto a coprire con una tenda. A volte mi mandavano a portare loro frutta o dolci. Poi qualcuno del paese ha fatto la spia. Sono arrivati i tedeschi e hanno iniziato a perquisire tutta la casa. Ricordo mio padre spinto con il fucile alla schiena in cantina e poi su per gli altri piani. Cercavano di allontanarmi ma io sbriciavo nascosta dietro mia madre. Poi sono arrivati anche all’ultimo piano dove erano nascosti i Segre. Hanno aperto la porta ma non hanno trovato nessuno. Allora hanno iniziato ad aprire gli armadi non trovando niente… Tutti tranne uno dove, sotto un lavandino, si erano nascosti essendo piccoli e minuti. Erano salvi e ricordo che mia madre diceva che era stato il volere di Dio. A fine guerra, Renzo venne a prenderli. Il signor Davide ci aveva lasciato per ricordo il suo canet, un bastone elegante da passeggio che conservo ancora e, proprio intorno ad esso, avevo scritto anni fa tutta questa storia. Volevo che non venisse dimenticata. Poi, dopo le vicende del 7 ottobre, in un momento di sconforto ho deciso di strapparlo”. Un racconto commosso e vivo al quale si è aggiunta la testimonianza di Giulio Segre - nipote di Renzo nato a Tangeri – che ha resa pubblica la segnalazione di questa vicenda allo Yad Vashem. Nel suo intervento ha voluto ricordare altre due persone che salvarono componenti della sua famiglia: il Marchese Borsarelli di Montiglio – che salvò la bisnonna e la figlia con il marito – e il sen. Brusasca che salvò un’altra parte della famiglia. Altre persone da ricordare sono state la  partigiana Anna Cisero Dati e Elvira Sellerio, rispettivamente suocera ed amica. Una storia che, grazie alla passione e al rigore di Alessandro Cerrato, è diventata patrimonio collettivo e certamente non verrà dimenticata.

Giovanna Cravanzola


Stampa   Email