Carradore

Carradore

Un po’ fabbro e un po’ falegname, ma con una sua specifica identità professionale, il carradore (‘1 saròn) costituisce una componente fissa della piccola borghesia artigiana. Presente in tutti i paesi, può dedicarsi anche saltuariamente al suo mestiere, integrandolo con lavori similari o col mestiere di contadino. Infatti non sempre il lavoro abbonda e tanto più questo vale per la costruzione del carro, di cui non tutte le famiglie dispongono e che, quando posseggono, si tramandano di padre in figlio, inoltre per servirsi di un carro occorrono almeno due bovini, il cui possesso, nei tempi passati e per un’economia come quella cisternese, era indice di benessere.

Oltre alla costruzione del carro nuovo, fatto piuttosto raro, sarà più comune la riparazione, l’aggiustamento, il cambio di una ruota o di un assale. Nella costruzione si usava per lo più legno di acacia o di olmo. Il momento più impegnativo era costituito dall’assemblaggio dei gavelli (garnbot) nel cerchione di metallo.

L’importanza del carro, economica e simbolica, è testimoniata dai disegni a mano libera, apposti in bassorilievo o con vernici colorate. Il carro era «firmato » dal suo autore e lo stesso disegno ne testimoniava la provenienza. La bottega del carradore ripropone, completi e funzionanti, tutti gli strumenti del mestiere, inclusa la forgia, su cui si componevano le parti in metallo. La maggior parte degli attrezzi presenti appartiene al “saròn” di Cisterna Antonio Gallino.

 

Date

01 Ottobre 2020

Tags

Piano Sottotetto