Tessitore
Il telaio del tessitore di Cisterna, antico e funzionante, attesta della capacità del mondo contadino di «far fuoco con la propria legna», di essere cioè autosufficiente.
Un tempo, abitualmente, accanto alla coltivazione prioritaria di grano o di mais si seminava la canapa ai bordi dei campi. Tagliata e raccolta in fasci, veniva trasportata fino al Tanaro a macerare; un viaggio lungo ed un’occasione di divertimento per i bambini che ne seguivano il trasporto, una gita per rompere la monotonia del quotidiano.
Dopo alcuni giorni di macerazione, la canapa veniva riportata a casa, posta ad asciugare sull’aia, battuta con un bastone, triturata con la gramola e cardata con appositi grandi pettini in ferro. La stoppa così ottenuta veniva filata dalle donne di casa, lavata con la liscivia e portata al tessitore che ne produceva tele per lenzuola, asciugamani, pezze, camicie da notte, federe … il fardello delle giovani in attesa di marito.
Nella bottega sono presenti inoltre interessanti esemplari di macchine da maglierista dell’inizio del novecento, ancora pienamente funzionanti. L’attrezzatura del “tessieu” apparteneva a Carlo e Pasqualina Viglino di Cisterna.